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Lui & Lei

Quando una moglie....5


di quartofederico
20.03.2020    |    9.984    |    3 9.9
""Si può fare: come vuoi prendermi?" "Poggia le mani sulla seduta della poltrona: ti prendo così, da dietro" Entrai in lei senza fatica;..."
Lasciato Enzo, tornai in camera.
Che spettacolo!
Lei stava dormendo su un fianco, offrendomi alla vista il suo culo portentoso: quante fantasie mi ispirava ora che lei aveva abbandonato la sua atavica ritrosia.
Per chiunque l'avesse vista così come lo stavo facendo io ora, quel culo poteva costituire una continua fonte di eccitazione; invero mi riportò alla mente una frase spiritosa letta da qualche parte "Un campo di battaglia nel quale perdere volentieri la vita".
Mi distolsi da quella conturbante visione, la coprii con il lenzuolo e mi distesi al suo fianco, con la speranza di prendere sonno.
Non fu facile per le tante emozioni che ancora affollavano sia la mente che il cuore, ma, alla fine, la stanchezza, ebbe la meglio.
Mi sembrò di aver dormito non più di mezz'ora, quando fummo svegliati dal cicalino dei messaggi sul cellulare.
Guardai la sveglia: erano appena le 6.20.
Lessi il messaggio.
"Chi è?" chiese mia moglie con voce assonnata.
"Il nostro amico: ci dà il buongiorno e ci chiede - Tutto bene, vi ho svegliato?"
"Rispondigli di sì" mi fa lei; poi, ripensandoci:
"No, aspetta, ricambia il buongiorno".
Digito giusto tre o quattro parole e chiudo.
"Come va? Ora te lo chiedo io" dissi.
"Ancora non lo so... a dirti il vero, mi sento tanto una "zoccola" e, soprattutto non pensavo di poter agire come ho fatto ieri sera" rispose.
"Che vuoi dire?"
"Scusami, ancora non lo so, devo riordinare le idee"
Pensai: ancora rigurgiti di quel ritegno solo sopiti?
"Vado a fare il caffè: lo desideri, amore?"
"Ok, in più volevo dirti che ti amo" aggiunse.
"Anch'io e tanto, forse molto di più di prima".
Dopo preso il caffè, mi prese per mano, mi attirò a sé e ci baciammo con rinnovata passione.
In quel momento, preso dall'euforia, mi sarebbe piaciuto coccolarle quel culetto che mi era rimasto impresso nella mente, dalla sera precedente.
Lei non volle, esortandomi a non far tardi al lavoro, così da rientrare prima e poter trascorrere il pomeriggio assieme.
Rientrai a casa e la trovai in tuta a governare il giardino. Mi venne incontro e mi baciò con tanto trasporto.
"Aspettavo te per il caffè; vieni entriamo in casa".
Comportamento davvero strano, quasi a voler dimostrare che il nostro rapporto, il nostro amore, veniva prima di tutto, al di là di ciò che era successo.
Per me era così, non avevo alcun dubbio; lei, forse, si era fatta prendere dai sensi di colpa?
Bevemmo in silenzio il nostro caffè, poi, tirandola a sedere sulle mie ginocchia, le dissi:
"Dai, cosa vuoi dirmi?"
"Ho pensato molto a quello che è successo; stamattina ti ho detto che mi sento "zoccola" e, forse, lo sono per davvero, per cui, anche se a malincuore, ti dico che sarebbe meglio finirla qui; viviamo di questi ricordi e proviamo a migliorarci, sulla scorta delle sensazioni che questa esperienza ci ha donato".
"Certo, facciamo come vuoi tu" le risposi spiazzandola.
Notai una smorfia di delusione sul suo volto: la conoscevo troppo bene per non capire che voleva passarmi la patata bollente, facendo prendere a me iniziative che, invece, spettavano a lei.
Difatti... "Ti confesso che mi è piaciuto non molto, ma moltissimo, e sarei pronta a spingermi anche oltre, ma penso a te, capisci? Ti ho messo le....."
"E dillo: cosa mi avresti messo? Non aver paura..." insistetti.
"Dai, non era mia intenzione umiliarti, mi perdoni?"
"Vedi, abbiamo scelto insieme di provare questo nuovo gioco e, se vuoi saperlo, non mi sento affatto un "cornuto". Il cornuto è colui che viene tradito dalla compagna, a sua insaputa, e il nostro caso non è riconducibile alla nostra esperienza. Inoltre ti dico che, quand'anche, da domani, tu volessi prenderti un momento di piacere con me assente, comunque non mi sentirei "cornuto", perché sarebbe in linea con le regole che ci siamo date".
La vedevo ancora titubante; qualcosa ancora la angustiava. Poi, facendosi forza, riaprì il discorso:
"Ho notato in te qualche tendenza omofila; da quando la coltivavi? Non vorrei ritrovarmi con un marito che lascia la figa per il cazzo".
Questo ragionamento mi sorprese davvero, perché anch'io ancora non avevo capito a quali pulsioni avevo soggiaciuto in certi momenti.
Poi, in piena sincerità, risposi:
"Tesoro mio, in quei momenti riesci a coinvolgermi talmente tanto che mi sento parte del tutto, e, a quel punto, non ha più importanza se mi rivolgo a te o all'altro. So solo che è il nostro momento, il nostro piacere... ti faccio ribrezzo?"
Per tutta risposta mi baciò in bocca, poi riprese:
"Comunque ha poca importanza, perché, anche ammesso che noi vorremmo, non credo che lui voglia continuare".
"Cosa te lo fa credere?"
"Non essendosi più fatto sentire, dopo quel whatsapp di stamattina, ci avrà ripensato: del resto sarebbe il minimo, visto come l'ho trattato per il fatto del preservativo".
"Ma davvero non ce la facevi ad aspettare?"
"No, avevo delle fitte dentro, provavo dolore, se non entrava subito, credo che sarei svenuta".
"Comunque sappi che mi ha mandato un altro messaggio, stamattina" e glielo feci leggere "per il resto, fai tu; vuoi il suo contatto?".
"No, per adesso, sei tu l'unico interlocutore, anche se poi decidiamo assieme".
Dopo cena, ci sedemmo sul divano in salotto, come due fidanzatini. Poi, incredibilmente, mi chiese:
"Hai voglia, stasera, di far l'amore?"
"Sì, e anche parecchio" risposi.
"Credo che sto diventando ninfomane ed ho voglia di prosciugarti" disse scherzando e mostrandomi le unghie.
Cominciammo a giocare in salotto, mentre io ero seduto lei mi si mise di fronte:
"Che mi dai per uno streep da mozzafiato?" e cominciò a spogliarsi.
"Vediamo... potrebbe bastarti questo" mi sbottonai la patta e cacciai il cazzo duro e gonfio.
"Si può fare: come vuoi prendermi?"
"Poggia le mani sulla seduta della poltrona: ti prendo così, da dietro"
Entrai in lei senza fatica; era bella bagnata.
Lei mugolava e si contorceva; il suo culo bello tondo era uno spettacolo per gli occhi; venne prima lei, gridando come una pazza "sfondami, godoooooo", così a mia volta le schizzai una bella dose di crema.
Il suono del whatsapp ruppe il silenzio del dopo coito.
Era Enzo... "Che state facendo?"
Scoppiammo a ridere.
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