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Prime Esperienze

Inattesa avventura in car-sex


di quartofederico
07.09.2020    |    23.033    |    14 9.2
""E che male c'è! Potrebbe anche piacerti, non si sa mai"..."

Quella sera, Nicoletta continuava a girarsi e rigirarsi nel letto.
"Che ti prende - le sussurrai - non ti senti bene?"
"Niente, sto pensando a quei tre - rispose girandosi verso di me - Comunque ho deciso: me lo debbo scopare e far vedere a quelle due chi è la più...."
Non finì la frase mi scoccò un bacio leggero sulla bocca e si girò dall'altro lato.
Era davvero in fibrillazione, spiava gli operai per vedere cosa stessero facendo in quell'appartamento. Il capomastro vedendola più volte allungare lo sguardo dalla soglia, la invitò ad entrare per guardare da vicino.
Soddisfatta mi raggiunse in cucina, comunicandomi quello che aveva visto; ma la cosa che davvero l'aveva impressionata, me la rivelò quasi eccitata:
"Capisci - disse - hanno la camera da letto attigua alla nostra, per cui...."
"Per cui?" chiesi
"Non dobbiamo per nulla sfigurare; mi devi far fare bella figura, se non te la senti trovo io qualcuno" affermò.
Stava perdendo il lume della ragione; dovevo intervenire subito e placarla.
Sembrava che non solo lei era interessata ai vicini di casa.
La portinaia, Marcella, un mattino mi fermò e dopo avermi salutato con il più affabile dei suoi sorrisi:
"Dottore - mi disse - ha conosciuto i nuovi condomini?"
Conoscendo il personaggio, sempre pronta al pettegolezzo, risposi con un vago sì, quasi sfuggendo al resto; ma lei mi si parò davanti e, bloccandomi come una sentinella con la ramazza al posto del fucile, continuò:
"Che ne pensa? Lo sa che l'appartamento l'ha comprato la signora Eliana, la loro amica, e non loro? Non le sembra strano?"
Non risposi, anzi la salutai frettolosamente, e scappai via.
Era davvero strana la cosa; sicuramente c'era qualcosa di misterioso sotto.
Nicoletta quando lo seppe, ridendo sotto i baffi, disse:
"Aspetta e vedrai che presto scoprirò come effettivamente stanno le cose; ho solo bisogno di un pochino del tuo aiuto. Poi, al momento, ti spiegherò cosa voglio da te".
Mi si strinse addosso e mi sussurrò:
" Ho voglia di divertirmi un po': che dici se mi preparo da "zoccola" e andiamo a fare un giro al parcheggio del centro commerciale?"
Il centro commerciale in questione non è vicinissimo a casa nostra, già ci eravamo stati un paio di volte e in esso c'è una pizzeria che fa un ripieno favoloso.
Si chiuse in bagno e ne uscì dopo una mezz'oretta, solo con reggiseno e nuda dalla cintola in giù.
"E lo slip?" chiesi, mentre lei si aggiustava il reggiseno in modo che spingesse le tette più in su possibili.
"Aspetta e ti faccio vedere". Mi prese per mano e mi portò in camera da letto.
Dal suo cassetto segreto tirò fuori un mini tanga nero, aperto davanti che lasciava scoperta la sua bellissima figa, con una catenina metallica che si posizionava tra le grandi labbra della sua vagina, mentre dietro un filo sottilissimo attraversava le natiche, con il buchino completamente esposto.
Rimasi senza parole.
"Quando l'hai comperato?" chiesi.
"Su internet; è arrivato stamattina. Ho comperato anche questo"
E mi mostrò un piccolo plug lilla:
"Credimi, ne avevo davvero bisogno. Debbo allenare un po’ il buchino, lo sai che è strettissimo e vorrei provare a farci entrare un calibro un tantino più grosso del tuo"
Vedendomi leggermente imbronciato, mi si strinse addosso e baciandomi in bocca:
"Tu e il tuo gioiello sarete sempre i miei due grandi amori"
Poi, con una disinvoltura impensabile fino a qualche mese fa, prese dal comodino il gel lubrificante e porgendomelo insieme al plug, si mise in ginocchio sul letto:
"Dai... non stare così impalato... aiutami"
Mi sedetti dietro di lei e lubrificai il buchino che, a contatto con il mio dito, si contrasse. Aspettai un secondo con il plug poggiato sull'ano e poi, in un sol colpo, lo feci scivolare tutto dentro.
"Ahi... mi hai fatto male, sei uno..." non finì la frase, ma capì che forse ci avevo messo un pizzico di cattiveria nell'operare, quasi per vendicarmi per quello che aveva appena detto.
Scese dal letto e provò a camminare con quell'affare dentro.
"Non mi dà fastidio" disse, si avvicinò all'armadio e cominciò a scegliere cosa indossare.
Scelse un vestitino verde chiaro chiaro, piuttosto largo, molto comodo, lungo fino al ginocchio, con maniche lunghe, e si strinse in vita una cintura di pelle un tantino più scura.
Al collo un foulard bianco, orecchini pendenti e un trucco molto leggero con rossetto color vermiglio completarono l'opera.
I sandali bianchi con la zeppa davano slancio e mettevano in evidenza i piedini con le unghie smaltate di rosso. Lo stesso smalto lo aveva anche sulle mani.
Una scia di profumo mi investì quando lei arrivò in salotto e mi tirò su dal divano con tutte e due le mani.
"Dai andiamo, non vedo l'ora di mangiare il mio ripieno fritto" disse.
Sapevo benissimo di cosa non vedeva l'ora la mia adorata mogliettina.
Alla macchina le aprii lo sportello e la feci accomodare.
Notai una smorfia di dolore e le chiesi cosa gliel'aveva procurata.
"E' il plug che ora si è spinto più dentro, ma non è nulla non ti preoccupare, sai ora che sono seduta è molto più piacevole di prima. Lo dovresti provare pure tu."
"Io? " chiesi turbato.
"E che male c'è! Potrebbe anche piacerti, non si sa mai".
E con il solito sorrisetto ironico, suo tipico, giusto per quel pizzico di umiliazione, si sistemò il vestito che era salito fin quasi all'inguine.
Prima di entrare in pizzeria facemmo un giro di perlustrazione nel parcheggio posteriore del centro commerciale e notammo già un paio di auto occupate.
"Waoo stasera, credo che ci sarà da divertirsi" disse Nicoletta mentre apriva il vano portaoggetti per sincerarsi che ci fossero i preservativi.
"Programmi?" chiesi
"Mi farebbe piacere farti contento e anche cornuto; scegli tu che cosa ti intriga che facessi".
"Ok non fare la pipì in bagno; vorrei che la facessi nel parcheggio, mentre qualcuno ti guarda e tieniti il plug nel culo fino ad allora.
In pizzeria c'erano una ventina di avventori per lo più ragazzi e ragazze.
Notammo una coppia di mezza età un po' in disparte e preferimmo scegliere pure noi un tavolo dalle loro parti.
La donna, sulla sessantina, era accompagnata da un uomo un tantino più anziano di lei, ma tutti e due molto in forma e ben vestiti.
Anche mia moglie li notò e facendomi piedino mi disse a bassa voce:
"Che ne dici, tentiamo?"
"Sei tutta matta, credo che questa volta il tuo intuito...."e non finii la frase.
"Scommettiamo? Sono sicura che pure loro stanno qua, aspettando il momento propizio."
"Ok scommettiamo! Stabilisci tu la posta in gioco" dissi sorridendo.
"Se vinco io - disse - il plug che ora tengo nel mio prezioso fiorellino te lo fai mettere da me o da quella nel tuo culo, e davanti a chi ci guarda e te lo tieni fino al ritorno a casa"
"E se perdi?"
"Stasera si torna a casa senza divertimento e per una settimana sarò la tua schiavetta, in senso buono si intende!"
Anche se l'idea del plug nel culo mi stava procurando un po' di ansia, accettai, mentre la mia troietta cominciava a darsi da fare per adescare la coppia matura.
Era seduta di fronte alla donna e, con un movimento veloce, alzò appena il culo dalla sedia, si fece scivolare il vestito due spanne sopra il ginocchio.
Aprì le gambe e sicuramente mise in bella mostra la sua gnocca, che dal suo perizoma aperto era completamente scoperta.
Quella di fronte, a questo mostrare di Nicoletta diede una piccola gomitata al marito che, seppure di traverso, cominciò a sbirciare.
Pensai subito ad una scenata da parte dei due, invece dopo un breve parlottio, la signora guardando dalla nostra parte, accavallò le gambe e cominciò pure lei a mostrare le sue grazie.
Si vedevano bene i suoi slip, bianchi e trasparenti; appena capì che potevamo essere interessati, scavallò le gambe e le aprì quel tanto da permetterci di vedere lo spettacolo.
Capii che avevo perso la scommessa, per cui cercai di arrivare ad un compromesso con mia moglie, ma fu irremovibile.
"Chi perde paga il pegno, questi erano gli accordi".
Non ebbi il tempo di ribattere, che arrivò il cameriere con le due pizze.
Pure i nostri dirimpettai furono serviti e, sempre sbirciandoci gli uni con gli altri, consumammo la nostra cena.
Finimmo prima noi, per cui Nicoletta volle che chiedessi subito il conto.
Difatti uscimmo prima di loro e, girandomi indietro, vidi che, sia l'uomo che sua moglie, ci guardarono un tantino delusi.
Entrammo in macchina e mi spostai dall'ingresso della pizzeria di una ventina di metri e aspettammo.
Uscirono sottobraccio e lui, con fare da gentiluomo, aprì la portiera della sua auto e la fece accomodare all'interno.
Si spostò dal marciapiedi e, invece di prendere l'uscita del parcheggio, girò e si avviò verso il retro del centro commerciale. Anch'io misi in moto e, con i fari abbassati, li seguii.
Fecero un giro completo: sicuramente cercavano noi.
Nicoletta accese la luce di cortesia e :
"Quando li incroci lampeggia e vedrai - disse convinta - speriamo di fare presto, perché devo fare pipì, altrimenti me la faccio addosso".
E così feci; dopo il veloce lampeggiare, accostammo sul lato meno frequentato dello spiazzo e non passò nemmeno un minuto, che anche loro si fermarono.
Avevamo stabilito il contatto ed era chiaro che qualcosa ci sarebbe stato: Nicoletta aprì la portiera e scese dall'auto.
La raggiunsi anch'io e, sotto gli occhi esterrefatti dei due, si alzò il vestito, si sfilò quella specie di slip e, chinandosi in avanti, si lasciò togliere il plug dal sedere.
"Questo ora diventa tuo" mi sussurrò e prendendo un fazzolettino umidificato lo pulì di quelle poche tracce che, in tutte quelle ore, potevano aver lasciato.
Poi si accovacciò e cominciò a urinare. Lo scroscio della minzione non giunse solo alle mie orecchie, ma certamente anche a quelle della coppia in macchina. Ma...
"Che troia" sentimmo sussurrare.
Credendo che l'epiteto venisse dalla macchina, sia io che Nicoletta, lanciammo uno sguardo non lusinghiero verso i due; invece chi l'aveva profferito erano due uomini che, non visti, si erano avvicinati.
Non erano giovanissimi: sicuramente avevano più di cinquanta anni, ma alla fioca luce dei fari bassi delle nostre auto, sembravano persone abbastanza a modo.
Comunque, Nicoletta li fulminò con lo sguardo, per cui comprendendo la brutta e non gradita figura, uno dei due cercò di scusarsi.
"Non era per offendere, ci scusi, ma vedere questa scena, per lo meno a me, ha provocato una certa eccitazione" toccandosi il bozzo sul davanti.
Intuì l'interessamento della mia signora per cui si fece coraggio e lo tirò fuori.
Era a mezzo metro dalla mia sposa e, osando ancora di più, le si avvicinò e offrì il suo cazzo, quasi come pegno per farsi perdonare.
Nicoletta lo sfiorò con le dita e poi decisa lo prese in mano. Era davvero bello grosso, non molto lungo ma largo abbastanza e completamente scappellato. Sembrava circonciso.
A questo punto intervenne la donna misteriosa, la quale, allontanandosi dal marito, disse all'altro sconosciuto:
"E tu, non hai niente da farti perdonare?"
A dire il vero anche l'altro stava già sul piede di guerra e, in un baleno, la attirò a sé e le fece sentire la consistenza del suo membro eretto.
Sia io che lo sconosciuto collega/cornuto, restammo in un muto ed eccitato silenzio. Cercando di fare quanto più piano possibile, per non disturbare l'inaspettato momento di idillio delle donne, mi allontanai da quelle novelle coppie e raggiunsi l'altro, vicino alla sua macchina.
"Hai visto che roba? Le nostre signore si stanno divertendo, e, mi sembra, anche alla grande. Non ci siamo nemmeno presentati: sono Nando e mia moglie Erminia, piacere" e mi tese la mano.
"Io Federico e lei è Nicoletta" risposi stringendogliela.
"E' da parecchio che frequenti questo posto?" chiesi
"No, è la seconda volta: non abbiamo tanta esperienza in car-sex, io, per lo meno, preferisco un comodo letto, ma ad Erminia è venuta quest'altra fantasia. E voi?"
"Pure noi non siamo habituè del sesso all'aperto, ma stasera lei voleva trasgredire è l'ho accontentata".
Intanto mia moglie, imitando Erminia, che già era all'opera, si era accovacciata e, slacciata la cintura dei pantaloni dell'uomo, glie li aveva abbassati e, prima annusandogli il cazzo e poi leccandoglielo, aveva cominciato a spompinarlo energicamente.
Erminia stava succhiando alla grande l'altro e noi cornuti, ammiravamo la scena con bramosia.
Nando, ad un certo punto, notò il plug che stringevo tra le mani ed io con un certo imbarazzo gli spiegai della scommessa.
Nessun commento, ma egli, pensando che fossi dell'altra sponda, si appoggiò al cofano della sua auto e sbottonò i suoi pantaloni, cacciando fuori il cazzo bello duro. Mi guardò negli occhi, poi mi prese la mano destra e se la portò sul suo pene. Non la ritrassi, anche se non l'avevo mai fatto.
"Se vuoi, possiamo giocare un po' assieme" e così dicendo, allungò la sua mano e cominciò a tastare il mio cazzo da sopra le brache.
Un paio di volte, giocando in tre con mia moglie ed un suo occasionale partner, mi era capitato di essere a contatto con l'altro cazzo, ma ora, invece, lo tenevo in mano e lo stavo masturbando.
Fu Nando a cacciarmelo fuori e fu così che demmo inizio ad una sega reciproca.
La mia mente tornò indietro negli anni, alle seghe reciproche scambiate con i compagni, quelli della mia adolescenza.
Intanto, dall'altro lato, sia Nicoletta che Erminia continuavano a spompinare quei due sconosciuti, ma, conoscendo mia moglie, sicuramente, non si sarebbe accontentata del solo pompino e difatti, alzandosi di scatto, si portò nell'abitacolo della nostra auto e prese i preservativi.
Ne allungò uno alla sua novella amica e, mettendosi prona sul cofano della macchina, si fece prendere da dietro dal suo sconosciuto chiavatore.
Erminia girò attorno all'auto e si mise dall'altro lato nella stessa posizione.
Mentre io e Nando ci segavamo reciprocamente, eccitati dallo spettacolo che ci veniva offerto, le nostre mogli "puttane" guaivano prese dal loro piacere.
Venne prima quello che stava scopando Erminia e, con un rantolo di piacere scaricò nel preservativo tutta la sua crema. Si fermò e, ritiratosi dal ventre della donna le fece emettere un sommesso grido di piacere.
Poi toccò a Nicoletta che, ansimando e gemendo, a sua volta, portò l'uomo ad un passo dal piacere; quando lo sentì pronto, fu lei a farlo uscire dalla sua vagina e, tolto il preservativo, si inginocchiò e si fece sborrare sul viso.
Quei due, veloci e silenziosi come erano apparsi, si dileguarono.
Solo allora le nostre due meravigliose mogli/puttane si ricordarono di noi e, vedendo che ci masturbavamo reciprocamente, per niente stupite, si avvicinarono a noi e, quasi come debito di riconoscenza per aver permesso loro di divertirsi con gli sconosciuti, si abbassarono e presero in bocca i cazzi maritali.
Ormai eravamo allo stremo e, prima Nando e subito dopo io, riversammo nelle loro bocche tutta la crema che avevamo prodotto per l'eccitazione che erano state capaci di donarci durante la loro esibizione.
Si alzarono e, puliti alla meglio, ci stavamo rivestendo.
Nicoletta, con il suo solito sorrisino beffardo, mi fermò:
"E la scommessa? Su, abbassati i pantaloni e piegati in avanti - disse e rivolta alla sua nuova amica - mi aiuti?"
Ebbi un attimo di esitazione, ma i debiti di giochi bisogna onorarli, per cui, davanti a tutti, mentre Erminia lubrificava il dildo con il gel, mi piegai sul cofano della loro auto e, tenendomi il culo aperto con le due mani, aspettai il non sgradito supplizio.
Fu la mia dolce mogliettina che compì il lavoro: prima lo puntò tra le pieghe dell'ano e poi spinse delicatamente quell'oggettino nel mio retto.

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