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Quando una moglie....8


di quartofederico
26.03.2020    |    17.375    |    26 9.8
"Il suo sembrava il classico gioco del gatto col topo: sapeva che ero intrigato da quello che lei si aspettava le avremmo riservato, e proseguiva a..."

Di solito, il sabato, si andava in giro per mercatini rionali, fin dal mattino presto; quel sabato, invece, eravamo in fibrillazione per l'atteso arrivo di Enzo.
Per quel che mi riguardava ero un tantino teso, mentre lei appariva tranquilla, serena, e, di tanto in tanto, mi rivolgeva sguardi intriganti.
Aveva imparato a tenermi in costante eccitazione, perché perfettamente cosciente di quanto mi piacesse vederla così promettente.
Il suo sembrava il classico gioco del gatto col topo: sapeva che ero intrigato da quello che lei si aspettava le avremmo riservato, e proseguiva a stuzzicarmi, sia mostrandosi nei suoi atteggiamenti più intimi, che con paroline dolci, da languida al perverso.
Seminuda, sfaccendava in cucina: glielo feci notare, ma mi rispose che aveva caldo, aggiungendo:
"Perché, ti dispiace? Per il passato, mi hai sempre rimproverato che ero troppo pudica... oggi, poi, almeno per ora, nessuno dovrebbe disturbarci nella nostra intimità".
Verso le 11.00 squillò il telefono: era Enzo.
"Buongiorno, come va?" chiese.
"Bene - risposi - ti aspettiamo per pranzo".
"Non credo di esserci prima delle 14.00".
"Va bene, ti aspettiamo: mia moglie sarà contenta di farti assaggiare la sua.... cucina". Di proposito avevo perso tempo a pronunciare la parola "cucina", perché fosse chiaro il riferimento alla esplicita attesa.
"Ohhhh, ma grazieeeee.... - aggiunse, con l'evidente intesa sul messaggio che avevo lanciato - Sarò da voi, quanto prima possibile".
Per esser certo che avesse capito di esser informato sul programma per la giornata, gli chiesi:
"Ti chiedo una cortesia: potresti passare in parafarmacia, lì, nel centro commerciale, e comprare un gel lubrificante?"
Un attimo di esitazione e poi: "Senz'altro, provvedo io"
Ed io, ancora più esplicito, aggiunsi:
"Sai, certe zone sono particolarmente delicate e potrebbero arrossarsi per l'irritazione. Allora a più tardi".
Mia moglie, impegnata in cucina, non aveva seguito la conversazione tra me ed Enzo, e, una volta finito in quelle incombenze, si chiuse in bagno e vi restò per quasi un'ora.
Non andai a spiare: sapevo benissimo cosa doveva fare.
Più tardi notai che non si era vestita in modo particolare: aveva un vestitino che usava spesso per casa, senza reggiseno e solo slip.
Aspettando Enzo, dopo aver apparecchiato la tavola, ci sedemmo in salotto a guardare il telegiornale.
"Le solite cose" disse, cercando di mostrarsi indifferente, ma era lampante che la sua mente era impegnata a rincorrere altri pensieri.
Man mano che si avvicinava l'ora dell'arrivo dell"amante", cercava di dissimulare l'ansia che sicuramente la travolgeva e le scombussolava la mente..
Il suono del citofono la fece scattare come una molla. Si avvicinò allo spioncino, si diede un'aggiustata ai capelli con le mani ed aprì il cancello.
Si girò verso di me con occhi brillanti di libidine; incrociò lo sguardo con il mio ed aprì la porta.
Lui era lì, la strinse a sé e lei, abbandonandosi fra le sue braccia, gli offrì la bocca. Il suo bacio fu infinitamente passionale ed egli ricambiò con lo stesso trasporto.
Quando si staccarono, le porse il sacchettino della farmacia.
"Cos'è" chiese.
"Credo che possa servire" rispose Enzo.
Lei guardò dentro e, capito di cosa si trattava, arrossì.
Mi guardò con una malcelata collera, posò il pacchetto e ci invitò a tavola.
Il pranzo durò poco; questa volta non bevve per niente. Aveva intenzione di esser lei a condurre il gioco, e, quindi, voleva esser quanto più lucida possibile.
Si alzò da tavola, prendendo a sparecchiare. Enzo l'aiutò a portare i bicchieri in cucina, mentre io sorseggiavo l'ultimo goccio di vino.
Quando li raggiunsi, egli la teneva stretta a sé e, mentre la baciava, le stava sbottonando il vestito.
In pochi secondi rimase con il solo slip che, per le ridotte dimensioni, la faceva apparire praticamente nuda.
Era chiaro che i giochi erano iniziati. Enzo la prese per mano e la condusse in salotto. A quel punto anche noi ci spogliammo: eravamo entrambi eccitatissimi.
Ella si distese sul tappeto, facendo segno con le dita, di avvicinarci.
Lì per lì, né io né Enzo, capimmo come avesse intenzione di cominciare il gioco.
Era lì con le gambe meravigliosamente aperte a mostrare il sesso luccicante dei suoi umori. Mi attirò a sé e mi ritrovai, dapprima a baciarla in bocca, poi mi spinse la testa sulla sua topina.
Ero di traverso e formavamo un angolo acuto; poi attirò anche Enzo e, con un certo sforzo, si piegò e prese il cazzo dell'amante in bocca.
Avevamo assunto la forma geometrica del triangolo e, in quella posizione Enzo venne a trovarsi con il mio cazzo davanti al viso.
Cosa era riuscita a creare la mia, ormai impudica, donna/moglie!
Inopinatamente, e non senza profonda meraviglia, sentii sul mio cazzo l'unica bocca rimasta libera: quella di Enzo.
Non so se l'avesse fatto apposta, cioè per mettere sullo stesso piano sia me che Enzo ai fini della bisessualità, ma ancora una volta la mia compagna dimostrò di essere all'altezza della situazione.
Era tutta bagnata per l'eccitazione e succhiava con veemenza il cazzo di Enzo. Questi faceva lo stesso con il mio. Da come leccava e succhiava, non doveva esser nuovo in questa pratica.
Mia moglie godeva a mo' di fontanella; avevo la faccia bagnata dai suoi umori vaginali; avevo il viso, premuto con una mano, sulla sua figa e con il naso le titillavo il clitoride, ridotto ad un fagiolo per quanto era duro e teso. Se avesse potuto, mi avrebbe fatto penetrare con tutta la testa nella sua gnocca.
Tutto questo, mentre, con l'altra mano, spingeva la testa di Enzo sul mio cazzo. Ero quasi giunto al limite, ma stretto com'ero, non potevo staccarmi dalla bocca dell'amico. Quindi mi ritrovai ad emettere un primo spruzzo direttamente in bocca ad Enzo, che riuscì a staccarsi e prese il resto in faccia.
Pochi secondi ed anch'egli venne sulla faccia e in bocca a mia moglie, che, a sua volta, mi stava letteralmente pisciando in bocca tutto il suo nettare.
Quasi appagati ci distendemmo ai fianchi di mia moglie e, prima Enzo, poi io, la baciammo in bocca, scambiandoci, come in un magico rituale, un brindisi con i nostri umori.
Fu lei a riprendersi subito e, mentre teneva, uno per mano, i nostri membri, ci rivolse uno sguardo interrogativo e sbottò:
"Di cosa avete bisogno per riprendervi? Ricordate quello che vi aspetta?".
Mi alzai e presi dal mobile bar una bottiglia di grappa e ne versai per me ed Enzo. Era terminato il primo round; dovevamo ricominciare, ma il pomeriggio era lungo.
Lei, invece, ritenne che bisognava battere il ferro finché caldo!!!!
Si alzò e andò in bagno; da come ci guardò era chiaro l'invito a seguirla: voleva essere ammirata.
La seguimmo come cagnolini e lei, senza alcun pudore, si sedette sulla tazza e ci fece vedere e sentire il suo scroscio di urina.
Con gli occhi languidi e la bocca socchiusa, che facevano risaltare la sua vera natura voluttuosa, si spostò nella cabina doccia e, accucciandosi in un angolo, volle che insieme le urinassimo addosso, mentre ci guardava con una libidine indescrivibile.
Dopo di che, facemmo la doccia tutti assieme, insaponandoci l'un l'altro, ridendo e scherzando per il tattile solletico che ci provocavamo.
Una volta di nuovo asciutti e profumati, ci spinse letteralmente in camera da letto: era come indemoniata.
Riprese l'operazione che stava facendo prima della doccia: cioè masturbarci mentre eravamo distesi ai suoi due fianchi.
"E' decisamente bello per una donna/moglie avere a disposizione non uno, bensì due bei cazzi pronti a chiavarla!".
Poi, uno per volta, prese i nostri cazzi in bocca, fino a farci mettere su un fianco, così da avere entrambi a portata di bocca.
Ormai la mia ex timorata moglie, non aveva più frontiere; mostrò di possedere, su di noi, l'effetto più eclatante che può avere il VIAGRA: eravamo di nuovo in tiro, e, quando dico in tiro, significa che ostentavamo cazzi duri come quelli di ventenni.
Si distese su di me e mi strofinò tutto il corpo sul mio: sentivo che i suoi capezzoli mi solleticavano su pancia e petto, mentre la figa colante ricopriva del suo nettare ogni parte che veniva a suo contatto.
Concluse quelle carezze, alzandosi solo di poco, per puntarsi il mio cazzo sulla figa e con la mano spingerselo dentro.
Enzo era dietro di lei; si era dotato del lubrificante e prese a spalmarglielo sul buchetto.
Vidi mia moglie fare una leggera smorfia ed avvertii lo scorrere del cazzo di Enzo nelle viscere di lei. Eravamo separati dalla sottile membrana che divideva il retto dal canale vaginale.
Un gemito le sfuggì dalla bocca, ma ormai eravamo entrambi dentro di lei.
La sensazione era decisamente bella e nuova, penso, per tutti e tre.
Eravamo stretti dentro i suoi orifizi ed i movimenti erano limitati.
Riuscimmo a coordinarli così da uscire uno quando l'altro entrava e la chiavammo per parecchio, attesa la nostra precedente eiaculazione.
In pratica la portammo allo sfinimento.
Lei sembrava in "trance"; seguiva passivamente quello che le facevamo, fino a quando prese a vibrare e, mentre gridava "gooodooooooo", serrò le gambe e crollò su di me.
Solo allora anche noi due liberammo il nostro piacere: io nel suo utero, Enzo nel suo intestino.
Un nuovo panorama si apriva davanti a noi: come coppia, eravamo sempre più innamorati l'uno dell'altra; come "trio", avevamo trovato il giusto equilibrio per godere, come e quando volevamo, senza crearci malumori o fraintesi.

FINE.
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