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Lui & Lei

Quando una moglie....3


di quartofederico
17.03.2020    |    11.884    |    10 10.0
""Oh, tesoro, puoi crederci se ti dico che non solo ho avuto piacere, ma mi sono eccitata per davvero e tanto"..."



In auto, durante il percorso di ritorno a casa, regnava un silenzio irreale.
Sia io che lei, evidentemente, stavamo combattendo con una moltitudine di pensieri, a volte anche contrastanti tra loro.
Nella mia mente, ad esempio, si avvicendavano, come in un film, tutte le fasi della serata: la sobria cena, consumata nell'intimità di una coppia di coniugi; il tuffo al cuore provato allorché notai l'estraneo che, molto garbatamente, rivolgeva occhiate audaci a mia moglie; il viso di lei, coperto da leggero rossore, per l'approccio in atto; il gioco da me costruito in risposta al discreto proporsi del tizio; lo sfolgorio degli occhi della mia amata, al proporle di mostrare le cosce; la garbata, ma infinitamente eccitante performance messa in atto; la speranza di un rapporto ravvicinato e la delusione sopraggiunta; il nostro momento magico, confortato dall'audacia del gioco attuato e il disegno che avrebbe potuto seguirne, se tutto fosse andato per il verso giusto; infine, la sorpresa che non tutto era perso, perché qualcosa poteva ancora capitare e..., quale meraviglia, quale poesia, quale estasi, vedere la delicata manina di mia moglie accarezzare l'asta del tipo e donargli gioia e piacere con tanta devozione, fino alla sua eiaculazione.
Quale visione di incommensurabile voluttà, poterono carpire i miei occhi nel constatare che le mammelle di mia moglie erano state profanate dal getto di goduria di quell'estraneo, del quale, tranne i lineamenti del volto, ignoravamo perfino il nome.
La lubricità di quell'esperienza mi aveva travolto al punto da spingermi a ripulire con la lingua il seno di lei, imbrattato dallo sperma dell'altro.
Anche mia moglie era silenziosa... forse stava ancora elaborando l'accaduto; chissà se l'immagine di quel cazzo, da lei amorevolmente accarezzato, ancora ingombrava la sua mente; se ancora si sentiva omaggiata dagli spruzzi che l'avevano ricoperta; se ciò che aveva fatto e, soprattutto, ciò che io avevo permesso che facesse, potesse avere un riscontro felice per la nostra unione.
Mentre ero arrovellato da questi pensieri, fu proprio lei ad interrompere il silenzio.
"Che pensi?" mi chiese.
"A quello che è successo" risposi.
"Pentito?"
"Assolutamente no!. Anzi... e tu?"
"Ti amo alla follia e per vederti felice, faccio tutto ciò che vuoi" ribatté.
"Amore, lo so che mi ami, come del resto sai bene quanto, a mia volta, ami te. Però è giusto che il piacere sia reciproco, quindi sarei ancor più felice se quello che fai è anche dettato dal e per il tuo piacere".
"Oh, tesoro, puoi crederci se ti dico che non solo ho avuto piacere, ma mi sono eccitata per davvero e tanto".
"Ti piace proprio quell'uomo, vero?"
"Geloso?"
"Non so se quello che provo è gelosia, ma credo che anche questo deve far parte del gioco, perché anche per te è un gioco, vero?"
Non rispose, ma mi mise la mano sulla patta, constatando quanto ancora fossi eccitato.
"Ti amo", disse appoggiando la testa fra spalla e collo, non senza dedicargli affettuosi bacini.

Giungemmo a casa piuttosto tardi, rispetto alle nostre abitudini.
Non credo fosse mia impressione, ma la vedevo sciolta, serena, quasi allegra.
Mi raggiunse in bagno con ancora l'intimo addosso, su cui erano evidenti le tracce di quella folle serata.
Mi guardò con espressione maliziosa, mentre facevo pipì; dopo di che, sfilati slip e reggiseno, me li porse affinché li riponessi in lavatrice (non nascondo che fui tentato di annusarli), fece, a sua volta, pipì e chiese:
"Che dici, facciamo la doccia ora o domattina?"
"Domattina!" risposi.
"Perfetto - disse - sono troppo stanca, ora... ho voglia di dormire"
Che bella la complicità!
Tutto quel quadretto di lei che mi osservava mentre mingevo, di lei nuda, mentre a sua volta, espletava il bisogno e, soprattutto, affidare a me il suo intimo sporco... fino a qualche tempo addietro era impensabile.
Avere mia moglie nuda nel letto accanto a me e con ancora addosso l'odore dell'altro, non mi facilitava il sonno, ma per rispetto alla sua asserita stanchezza, mi astenni dal molestarla.
Dormimmo come angioletti fino al mattino successivo; poi, fatto il caffè, glielo portai a letto.
Che bello! La trovai nuda e in bella vista al centro del letto, quasi come quelle bamboline che una volta si usavano per ornare il talamo nuziale.
Espletato il rito del caffè, disse:
"Ieri, in macchina, mi hai chiesto se quell'uomo mi piaceva"
"Ebbene?" risposi.
"Perché me lo hai chiesto? Forse vuoi farmelo vedere ancora?"
"Ti farebbe piacere?"
"Non rispondere ponendo un'altra domanda; dimmi: sì o no?"
"Sì, se a te sta bene; però non come ieri sera; avrei pensato di contattarlo e cercare di conoscerlo meglio... purché, ovviamente, la cosa sia di tuo gradimento".
Non rispose subito; abbassò gli occhi, poi riprese:
"Come uomo non è male... ma come lo rintracciamo?"
"Tranquilla, ci penso io.
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