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Prime Esperienze

"Un bull per mia moglie 5" (Ovvero: Ora sì che sono "cornuto")


di quartofederico
04.10.2021    |    16.965    |    21 9.7
"E' cambiato l'atteggiamento di Lia nei miei confronti, ma soprattutto nei confronti degli sguardi degli uomini e..."

In poco più di un mese dall'incontro con Luigi, le cose sono cambiate radicalmente.
E' cambiato l'atteggiamento di Lia nei miei confronti, ma soprattutto nei confronti degli sguardi degli uomini e... del sesso.
Per spiegare bene le cose dobbiamo ritornare indietro, a quel martedì dopo ferragosto, a casa di Luigi.
Eravamo ancora nella camera da letto e quando l'amante di Lia si allontanò per andare in bagno, mi ritrovai addosso lo sguardo indagatore di mia moglie.
"Che c'é? - chiesi sottovoce - pentita?"
Al suo scuotere del capo:
"E allora, perché mi guardi così?"
"Niente, ne parliamo in macchina - disse alzandosi dal letto - vado a darmi una risciacquata"
La fermai:
"No aspetta resta così, lo farai a casa, ti prego"
Senza commentare prese dalla sedia il vestito e lo indossò porgendomi il reggiseno.
Luigi, molto carinamente, ci portò del caffè che sorbimmo seduti tutti e tre sul letto. Nessuno dei tre profferì una parola, sicuramente un certo imbarazzo ci aveva invaso.
Il silenzio lo ruppi io che, guardando l'orologio:
"Lia è quasi l'una e mezza, vogliamo andare?" dissi, come se in quel lasso di tempo fossimo andati, per davvero, a comperare solo le scarpe.
Lia si alzò dal letto aiutata dall'uomo, che le prese la mano e, rifacendo lo stesso percorso di ore prima, ritornammo nel negozio.
Fu molto gentile: volle regalarle quei sandali che tanto erano piaciute a mia moglie e sull'uscio della porta, mi strinse la mano, trattenendo, invece, Lia per meglio salutarla.
Senza volerlo veramente, li lasciai soli!
Sentii dentro di me un senso di struggente turbamento, un mix tra gelosia ed eccitazione, ed ebbi l'assoluta consapevolezza di non avere più l'esclusiva sulla mia donna.
Allora è proprio la gelosia la molla che sprona al cuckoldismo? Senza gelosia, non sarebbe così eccitante per il marito cornuto attendere la moglie che sta salutando il proprio bull.
Questo mi balenò nella mente e non ebbi il tempo di continuare la riflessione che Lia mi si avvicinò.
"Andiamo" mi disse, procedendo al mio fianco.
Le aprii lo sportello e, per prima cosa, recuperò lo slip e, senza preoccuparsi che la potessero vedere, si alzò il vestito e lo indossò.
Misi in moto e imboccai la strada del ritorno. Accese la radio e la sintonizzò sull'emittente di musica leggera, che a lei piaceva tanto.
"Che ne pensi?" mi chiese
"Di cosa?" risposi, cercando di eludere la domanda.
"Di quello che "abbiamo" fatto - disse quell'abbiamo con molta incisività.
"Che sono felice, e mi è sembrato che sia stata felice pure tu. Lia ti amo e vederti soddisfatta per me è stata la gioia più grande che potessi regalarmi; ora non ci deve importare se l'uomo che mi sostituisce si chiama Tizio, Caio o Sempronio; l'importante è che tu raggiunga le soddisfazioni che ti meriti e che io non sono più in grado di donarti" dissi questo tutto d'un fiato lasciandola sbigottita.
"Vuoi dire che..."
"Esatto, voglio dire che sei libera di sceglierti gli amanti che più ti stimolano, senza nessuna remora, pensando solo al tuo piacere, al tuo godimento. Ti aiuterò nei limiti del possibile e, usando la massima cautela e discrezione. Saremo sempre la coppia brillante, che fin ora siamo stati, ma trasgredendo senza farci del male.
Unico paletto, debbo sempre essere messo al corrente di tutto e, quando possibile, rendermi partecipe dei tuoi...vostri giochi"
Mi si avvicinò e mi abbracciò.
"Perché non hai voluto che mi lavassi?"
Con gesto affettato, le presi la mano e gliela poggiai sulla mia patta, dove trattenevo a stento una soddisfacente erezione.
Il cicalino del suo cellulare l'avvertì di un messaggio in arrivo.
L'aprì e lesse!
"E' lui, vuole sapere se mi è piaciuto" mi informò, senza rispondergli.
Fin ora non aveva pronunciato il suo nome e
"Perché non rispondi? Questo, per lo meno glielo devi"
E velocemente digitò un "sì, molto" chiudendo subito dopo il telefonino.
"Ma tu, che hai provato?" insistette mia moglie
"Vedi, credo che nella psicologia del marito che offre la propria moglie, del cuckold, cioè del cornuto consapevole, ci sta senz'altro, come componente principale, il desiderio di donarle il pene e il corpo di un altro, che lui ritiene sia migliore del suo ed abbia la capacità di soddisfare di più la propria moglie. Diciamo che ti ho scopato con il cazzo di Luigi. Non nascondo di aver provato un certo tormento, perché ho capito di non poterti dare più piacere, se non mediandolo con quello del tuo..."
“Amante, volevi dire?” pronunciò con gli occhi bassi
Non risposi, credo che fosse, però, abbastanza convinta.
Alzò gli occhi e, stringendo la mano sul mio membro duro:
"Arriviamo subito a casa: lo voglio!" disse con evidente enfasi.
Riuscii a mala pena a parcheggiare e Lia schizzò fuori dall'auto.
"Ho le mutandine tutte bagnate e spero di non aver sporcato il vestito" disse trafelata.
La raggiunsi subito, non volevo perdermi nulla della sua svestizione.
Ero eccitato, fuori di me e quando lei, alzatosi l'abito, si sfilò lo slip, lo raccolsi da terra e lo portai al viso.
Un odore penetrante di femmina si era mischiato all'afrore del seme del maschio, che poco prima l'aveva posseduta.
La mia eccitazione raggiunse livelli altissimi e così, prendendola da dietro, la spinsi verso la poltrona, facendola piegare sul suo bracciolo.
Il profumo di cui mi ero appena inebriato, ora, abbassandomi, lo colsi direttamente dalla sua vagina. La toccai, l'aprii e, anche se lei avrebbe voluto fermarmi, riuscii a lambire con la lingua la sua figa che sembrava pulsare.
"Alzati, lo voglio!" disse.
Obbedii e, con la mano libera, mi abbassai i pantaloni e, puntato il cazzo fra le sue gambe, glielo strofinai tre o quattro volte tra le labbra aperte di quella conturbante intimità.
Entrai in lei in un sol colpo e, tirandola verso di me, cominciai a scoparla.
L'avevo fatto migliaia di volte, ma questa mi sembrò diversa da tutte le altre.
Mi sembrava più aperta, più larga, ma la cosa che mi mandava ai matti era che la sentivo ancora piena del seme dell'altro.
Ero troppo eccitato, avrei voluto durare di più, ma, con un rantolo liberatorio, venni pure io, abbastanza copiosamente, nel ventre di mia moglie, Lia!
Ci accasciammo l'uno sull'altra sulla poltrona e fu lei che mi spinse via, dopo un paio di minuti.
Non osai chiederle se le era piaciuto; mi rimproveravo di esser venuto subito e speravo evitasse ogni possibile paragone, che ora, di certo, era in grado di fare.
Si alzò e mi baciò. Risposi al bacio con amore e:
"Mi ami?" chiesi con occhi bassi.
"Tantissimo, la mia mente sarà sempre rivolta a te!" concluse, scappando in bagno con la mano tra le gambe per non imbrattare il pavimento.
Mi alzai pure io e la raggiunsi.
Era seduta sulla tazza che faceva la pipì. Senza scomporsi, si alzò e, tirato lo sciacquone, entrò nella doccia e si concesse un meritato relax.
Il pomeriggio, come se nulla fosse successo, lo passammo in spiaggia, chiacchierando con i nostri amici e la sera, dopo cena, andammo lo stesso al circolo, dove mia moglie aveva la gara di burraco.
Anche il giorno successivo trascorse allo stesso modo, ma Lia..., comunque, aveva qualcosa da dirmi e, forse, aspettava il momento buono.
Il suo modo di guardarmi, l'iniziare un discorso e non completarlo, gli sguardi interrogativi, erano tutti segnali di un'impazienza che presto sarebbe stata rivelata.
E così, la sera a letto, mentre vedevamo una replica di non ricordo quale fiction, il cicalino del suo cellulare, l'avvertì di un messaggio.
Lo lesse e chiuse.
"Chi era, se posso?" chiesi togliendo gli occhiali.
Ebbe un attimo di esitazione, ma incalzata dal mio sguardo implorante:
"Luigi, voleva darmi la buonanotte"
"E tu non ricambi?"
"Senti, ti debbo dire una cosa!" eccola lì, pensai.
"Gli ho detto che domenica mattina partiamo per la Toscana: vorrebbe stare con me prima che..."
"Cosa gli hai risposto?"
"Ancora nulla, volevo prima parlarne con te!"
"Ti ringrazio, ma mi sembra di avertelo già detto: sei libera di sceglierti gli amanti che più ti aggradano, quindi fai tu" risposi risoluto.
"Ok, per stasera ricambio solo la buona notte...la notte porta consiglio"
"Salutalo, anche da parte mia!" aggiunsi.
Comunque, la notte, più che consigli, a me portò scompiglio e tanta trepidazione.
Era davvero difficile abituarsi a questa nuova situazione, ma dovevo adeguarmi. Sapevo benissimo a cosa sarei andato incontro, forse non immaginavo l'entusiasmo di Lia e di come stava vivendo questa nuova esperienza.
Dovevo prendere coscienza che ora la nostra vita matrimoniale sarebbe diventata un'avventura senza limiti, arricchendosi di emozioni sia per me che per lei.
Sentii in quel momento di amarla in maniera ancor più intensa e di desiderare ancor di più la sua...mia felicità.
Pensai, pure, che il nostro stava diventando un rapporto speciale per due persone davvero speciali.
Poi, fu nella tarda mattinata, in spiaggia, che Lia, ricevuto un nuovo messaggio, riprese l'argomento.
"E' lui, vuole sapere. Dai aiutami! che gli rispondo?" chiese
"Dirgli di sì, penso che sia la cosa più saggia da fare!"
"Già gliel'ho confermato, ma quando? E poi, di nuovo da lui?"
"Invitalo sabato pomeriggio da noi" esordii con tono che non ammetteva repliche.
"A casa nostra? Nel nostro letto? Sei sicuro di volerlo" si informò.
"Dai, non c'è posto migliore per farti sentire a tuo agio, più rilassata. Poi, a me fa piacere" e lo dissi lasciandola nel dubbio, incuriosita, ma contenta.
Luigi accettò subito, anzi voleva ringraziarmi per la splendida idea; sarebbe venuto alle diciassette e si sarebbe trattenuto con noi per un paio di ore.
Proprio come un amico di famiglia o come un vero fidanzato… in casa.
"Se lo vedono entrare? C'è sempre la pettegola della nostra vicina alla finestra"
"Non ci pensare, è un nostro amico e poi mica sei da sola in casa? Ci sono pure io. Non ti preoccupare, lascio la macchina fuori, nel vialetto, così lui può parcheggiare dietro la mia, in modo che tutti vedranno che non siete soli tu e lui" la rassicurai.
Tra me e me pensai che, se le cose si fossero evolute, si sarebbero, i nostri vicini, dovuti abituare alle visite di altri amici.
Ormai avevamo raggiunto un'intesa tale, che dell'incontro del sabato non ne parlammo più per tutti i giorni di giovedì e venerdì.
Spiaggia, chiacchiere e risate con gli amici di sempre; il circolo la sera e la nostra intimità, che sembrava migliorare ora per ora.
Il sabato mattina, invece, ritornò un po' di tensione.
Era agitata, aveva dormito male e non volle nemmeno fare colazione.
Era agitata e riottosa, quasi a voler dare tutta a me, la colpa per quello che era successo e doveva, ancora, avvenire.
Cercai di calmarla, stringendomela al petto e baciandola con passione.
"Mi amerai ancora?" volle essere rassicurata.
"Di più, vedi?" e mettendole la mano sul mio cazzo, glielo feci sentire quanto era duro. Ero eccitato e volevo che lei sentisse quanto lo fossi.
"Mi vuoi ora?" domandò
"No, oggi tocca a lui ed io godrò, tramite lui, del tuo stupendo corpo" risposi, staccandola da me.
Finalmente la convinsi e lei si preparò per accompagnarmi in spiaggia, ma, prima di uscire, aggiunse:
"Anch'io sono eccitata" e presa la mia destra, se la portò nel costume, dove ebbi modo di constatare quanto fosse già bagnata.
In spiaggia, cercò di esser quanto più disinvolta possibile. Agli occhi dei nostri amici, ci riuscì, ma io percepivo uno stato d'ansia che la spingeva spesso ad incrociare il mio sguardo.
"Che c'è, tesoro mio - le sussurrai - calmati, un bel respiro e poi andiamo a farci un tuffo, in questo magnifico mare"
Prima scosse la testa, poi convinta dalle mie parole, fece come le avevo consigliato.
A mezzogiorno volle tornare a casa e, salutata la comitiva, ci dirigemmo verso il parcheggio.
"Oggi non ho voglia di far nulla; comperiamo qualcosa in rosticceria" disse, avvolgendosi nel pareo.
Mi fermai dalla signora Olga che, come al solito, oltre ad una cortesia infinita, cucinava come poche sanno fare. Sul banco, ancora fumante, aveva una teglia non ancora intaccata di pasta al forno. Acquistai due porzioni e della mozzarella di bufala, che lei consigliava a tutti i suoi clienti affezionati.
Lia mi aspettava in macchina e quando misi in moto, mi chiese:
"Che hai comperato?"
Quando riferii, mi sembrò contenta.
Apparecchiai, mentre lei era in bagno e, sedutasi a tavola, divorò, affamata, sia la pasta che la mozzarella.
"E' presto, perché non vai a riposare un po'. Stanotte hai dormito pochissimo - suggerii - Io, intanto, sparecchio e me ne vado un po' nello studio, così ti lascio tranquilla"
Girò intorno al tavolo, mi si sedette sulle gambe e mi baciò sulle labbra.
Entrai in camera da letto che erano passate da poco le quindici, dormiva ancora. Era nuda sul nostro letto, a pancia in giù, abbracciata al mio cuscino.
Mi sedetti al suo fianco e istintivamente, come avevo fatto tante volte, cominciai ad accarezzarla.
Prese a smaniare, pronunciando parole senza senso. Stava, evidentemente, sognando.
Ad un tratto, alzò la testa.
"Che ore sono, già è qua?"
"Sono da poco passate le tre, sta salendo il caffè, te lo porto!"
Stavo per alzarmi, quando lei mi attirò a sé e stringendomi la mano:
"Grazie!" e sicuramente, non era per il caffè.
Ritornai dopo una manciata di minuti e la trovai seduta sul letto, più bella e sensuale del solito.
Bevve in due o tre sorsi e poi, porgendomi la tazzina vuota e stiracchiandosi, si alzò.
"Vado a prepararmi, come pensi debba farmi trovare?" chiese
Avrei risposto "nuda", ma preferii rilanciare la palla e dissi:
"Vedi tu, ma anche in vestaglietta sarai super sexy"
Si chiuse in bagno e la sentii canticchiare, mentre l'acqua della doccia scrosciava!
Impiegò più di un'ora. Nel frattempo. mi ero rifugiato in salotto, cercando di non darle fretta.
D'altronde io non avevo nessuna intenzione di cambiarmi: indossavo dei comodissimi pantaloni corti, con una freschissima t-shirt e sandali da mare.
La vidi comparire con uno scamiciato rosa pallido piuttosto trasparente e, sotto, solo lo slip.
Le tette poggiavano sull'elastico del vestito e si mantenevano belle sode ed alte. Si vedeva che era già eccitata: i capezzoli irti, sotto il tessuto, ne erano il chiaro segno!
Aveva raccolti i capelli dietro la nuca, con tutto il collo sensualmente esposto alle carezze, ai baci. Ai piedi calzava i sandali che lui gli aveva regalato.
"Che dici, come sto?"
"Stupenda, speriamo che non svenga!" ironizzai.
Mi cacciò la lingua e ritornando verso la camera da letto, disse
"Dammi una mano"
La seguii e l'aiutai a togliere il copriletto e piegarlo.
Dall'armadio prese altri due cuscini e li pose sul letto. Questo era il suo segnale, quando con me voleva fare l'amore. L'aveva fatto inconsciamente, oppure...?
Tutto era pronto, bisognava solo aspettare il nostro amico.
Ritornò con me in salotto e, nervosamente, si mise a giocherellare con il cellulare.
Mancavano dieci minuti alle cinque, quando, a mezzo di un sms, le comunicò che era arrivato.
"E' arrivato, vai tu a riceverlo?"
Mi alzai e, prima che lui bussasse, aprii l'uscio.
Le aveva portato un bouquet di fiori di campo, azzeccando senza saperlo, proprio quelli che piacevano a Lia.
Lia gli andò incontro e, toltogli dalle mani il dono, si lasciò stringere e baciare.
Ebbi un fremito: mi sentivo stringere lo stomaco, ma non feci altro che tirarmi da parte.
"Vieni" gli disse, staccandosi da lui e, presolo per mano, lo condusse al divano.
In un attimo tutta la mia sicurezza, la mia certezza, la mia tranquillità si eclissò; non mi restava altro da fare, che proporgli:
"Che ti posso offrire?" chiesi, guardandolo negli occhi.
"Quello che vuoi, anche un bicchiere d'acqua, purché sia fresca di frigo".
E mentre mi allontanavo, tra me pensai che gli stavo offrendo molto di più di un bicchiere d’acqua, gli stavo ridonando "mia moglie".
Impiegai pochissimo, perché avevo fretta di tornare da loro. Oltre all'acqua, portai anche del tè freddo, che avevo preparato mentre Lia riposava.
Stavano parlando mano nella mano e, per non disturbare, mi sedetti in disparte, su una delle sedie del tavolo del soggiorno.
Fu Lia, alzandosi dalla poltrona, a versare la bevanda e lui le fece segno di sedergli accanto.
Ormai nessuno dei due mi degnava più di uno sguardo e, quando le effusioni si fecero più audaci, li vidi alzarsi e avviarsi verso la camera da letto.
"Che fai lì impalato - mi disse mia moglie - non vieni con noi di là".
"Avviatevi, rimetto la brocca in frigo e vi seguo" dissi confuso.
Invece mi sedetti in poltrona e decisi di aspettare là!
Pensai che, forse, da sempre, avevo la predisposizione ad esser cuck.
In effetti non mi ero mai sentito un maschio "alfa", e ora ne stavo prendendo atto.
Stavo giungendo in modo sereno, o quasi, a riconoscere ed accettare la mia vera natura, quella del cornuto contento. Quindi tutta la gelosia, che sinora avevo provato, non era altro che il mio desiderio latente di esser tradito.
Riconoscendo, poi, i miei limiti, il donarla al maschio da lei prescelto era il solo modo per gratificare lei, ma anche e soprattutto me!
In effetti, condividendo la mia donna, stavo facendo emergere la mia vera sessualità.
Quindici minuti di queste elucubrazioni mi avevano portato fuori dalla realtà e dalla camera da letto.
Non li sentivo più e, seppure avendo deciso di provare a restare fuori dai giochi, una perfida vocina mi spinse ad alzarmi dal divano e, tolti i sandali per non far rumore, mi abbassai a spiarli. Mi avvicinai alla porta socchiusa e, riflessi nello specchio dell'armadio, si vedevano distintamente i due.
Erano nudi: Lia, seduta sul letto con le gambe penzoloni, succhiava il cazzo duro di Luigi che, in piedi, guidava la sua testa a tenere il ritmo.
Ero eccitato, mi sembrava di vedere un film porno in cui la pornodiva era mia moglie.
Con la veemenza con cui succhiava, ebbi l'impressione che si sarebbe dissetata con la calda crema del maschio, che se la stava godendo.
Sarebbe stata la prima volta che Lia si sarebbe fatta sborrare in bocca; a me non l'aveva mai concesso.
"Voglio venire così - disse lui - poi ti baci tuo marito" disse in tono umiliante.
"No! la voglio dentro, nella pancia" replicò lei staccandosi dal suo cazzo eretto.
E così mi comparve davanti agli occhi, in piena e totale erezione, il pene dell'uomo.
Lia si stese sul letto e si mise sotto il culo i due cuscini precedentemente preparati e, aspettò, sgrillettandosi, che l'amante le aprisse le gambe e vi si ponesse sopra di lei.
Mi sembrò di udire un gemito, dolore? piacere? fatto sta che il suo membro scomparì completamente dentro mia moglie.
Scappai via, nel momento che le loro bocche si unirono in un bacio voluttuoso, dove labbra e lingue non smettevano mai di attorcigliarsi.
Tornai in salotto e mi risedetti sul divano e decisi di aspettare che avessero finito.
Pensavo alla stranezza di tutto ciò. Come una coppia nata da giochi di sguardi, sorrisi, corteggiamenti e da un invito a cena, sia arrivata subito, o quasi, a farsi travolgere da una ondata così forte di passione tra di loro e di perversione, verso il marito consenziente, umiliandolo psicologicamente, sottomettendolo ed estromettendolo dalla loro vita, dal loro piacere. Ma ancora di più. La prova di tutto questo la ebbi, quando dopo una mezz'oretta Luigi uscì dalla mia camera da letto, abbottonandosi la camicia e pronto per andare via.
Aveva goduto, glielo si leggeva in faccia e, guardandomi negli occhi con un sorriso beffardo, quasi sull'uscio di casa:
"Vai ti aspetta, l'ho riempita più dell'altra volta - disse, stringendomi la mano - questa volta il cazzo me l'ha ripulito lei!"
Mi sentii davvero umiliato, ma ero eccitatissimo.
Raggiunsi mia moglie che, stesa al centro del letto, mi stava aspettando.
Mi spogliai e, senza chiedere nessun permesso, mi stesi su di lei e la penetrai in un colpo solo.
Era calda e piena di sborra.
Una sensazione diversa dall'altra volta. Quel suo stato mi ci faceva sguazzare dentro e sentivo che la sborra dell'altro imbrattava le mie e sue cosce.
Non parlava perché era ancora eccitata e, dopo un colpo deciso del suo bacino, cominciammo a chiavare.
L'apice lo raggiunsi quando la mia lingua si unì alla sua: uno strano sapore salato, diverso da quello solito della sua saliva, mi fece capire appieno le parole pronunciate poco prima da Luigi.
Stranamente durai parecchio e, prima di venire, Lia mi gridò:
" Dai, leccamela"
Così, staccatomi da lei, mi posizionai tra le sue cosce per ripulirla del seme del suo maschio "alfa".
Conoscevo molto bene mia moglie e sapevo come farla godere.
Cominciai a leccare dal perineo, per poi salire lentamente tra le labbra della sua vagina e quando con un guizzo la punta della mia lingua raggiunse il clitoride irto e duro, lei, dopo un gemito, inarcò la schiena e premendosi mi fece colare in bocca la crema salata che stava custodendo, per me, nel suo ventre.
Ora ero cornuto a tutti gli effetti, lo sapevo e ne ero contento. Venni, segandomi, sulle sue meravigliose tette, con la foga di quando avevo trent’anni !
Mi stesi accanto a lei che, ad occhi socchiusi, stava gustando la quiete che di solito sopraggiunge dopo la tempesta.
Il respiro si era fatto normale e mi parve che si stesse addormentando. Invece chi cadde tra le braccia di Morfeo fui proprio io, e fui destato, dopo più di un'ora, dalla sigla del telegiornale.
Aprii gli occhi, ero solo nel letto. Mi alzai e trovai Lia rannicchiata sulla mia poltrona in salotto.
"Hai dormito, tesoro, vero?" chiese premurosa.
Ancora insonnolito, mi ci sedetti accanto e
"Sì, eri davvero felice e rilassata e mi son lasciato andare - dissi sorridendole - Stasera niente circolo? Niente burraco?"
"Non mi va, domani partiamo e voglio mettere le ultime cose in valigia. Poi ho fame"
In effetti, anche se sul viso si leggeva la soddisfazione per il piacere provato, si vedeva che era stanca; doveva esser distrutta, annientata dagli orgasmi che lui e, forse, anche io, le avevamo donato.
Alzatasi dalla poltrona e dirigendosi in cucina:
"Comunque, ho deciso. Luigi non lo vedrò più" affermò perentoria.
E al mio perché:
"E' stato lui che non ti ha voluto far partecipare; volevo chiamarti quando tu sei venuto a guardarci, ma lui mi ha bloccato" affermò.
"Ok, va bene: ricorda che devi sempre essere tu a decidere per tutto!" risposi.
Mi sorrise e mi mandò un bacio.
Sarà vero? Pensai, oppure era stato un pretesto per restare da sola con lui?
Ma poteva anche darsi che ancora, non voleva attaccarsi ad un solo bull?
Tutte ipotesi che sicuramente avrei verificato nel prossimo futuro.







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